il mio racconto com'è giusto parte dall'inizio
(ma vi giuro che non prenderò  il vizio)
e vi dirò che ero un po' preoccupata
una cosa così non mi era  mai capitata
philip è arrivato e non ha detto una parola
per radunarci ha  battuto il tamburo una volta sola
poi ha cominciato a parlare e non si capiva  niente
io mi guardavo intorno e scrutavo l'altra gente
tutti facevan finta  di capire
erano intenti a far sì e ad annuire
oltretutto non c'era neanche  il riscaldamento
dio perdonami se ho peccato farò pentimento
ma poi ho  imparato i nomi con un gioco facile
e a riconoscere le voci chi bassa chi  gracile
cosa davvero molto importante
in un gioco che ho trovato  entusiasmante
dove philip ci ha seriamente redarguito
però alla fine  l'abbiam capito
il gioco era quello dell'assassino
che se scappavi  impaurito eri un cretino
dovevi star lì a fissare un altro negli occhi
e  far dire a qualcuno il tuo nome dai dai prima che mi tocchi
il feeling  cresceva di minuto in minuto
e sembrava lontano il momento dell'ultimo  saluto
in effetti diciamolo 5 ore al giorno son tante
specialmente dopo  una serata saltellante
vabbè che il tempo per noi non contava più nulla
la  pausa di 5 minuti era palesemente fasulla
il secondo giorno siam passati a  qualcosa di più impegnativo
all'imitazione della camminata è scattato il riso  collettivo
e si sentiva a pelle che eravamo già affiatati
abbiam fatto il  gioco dei gesti con enormi risultati
gioco difficile ma che ci è piaciuto da  morire
e l'abbiam riproposto l'ultima sera prima di andare a dormire
la  pacca sul culo o il dito sul naso che abbiamo imparato
son gesti solo per noi  pieni di significato
ma se posso dirlo per la me la cosa più  convincibile
son stati i salti con la corda di un armonia  incredibile
sorvolerò sulle parti con la palla
era tutto un tira prendi e  dàlla
è stato così che siamo arrivati al nostro grande esperimento
farci  schernire in vesti strane e accettare nostro fallimento
non ce ne siamo  accorti ma l'esperienza era già finita
e ce ne andavamo a casa con una  lezione di vita
è da domenica che mi capita una cosa strana
per andare al  lavoro metterei una palandrana
poi torno a casa da sola e mi butterei in un  fosso
ma per fortuna di fianco al letto c'è sempre un naso rosso
che se lo  metto sto bene e tutto mi rimbalza addosso
mercoledì 9 gennaio 2008
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2 commenti:
che belli gli ultimi 3 versi... uff, mi manca già così tanto Follonica.
bravissima, davvero davvero!! Grazie per aver saputo esprimere così bene quello che tutti pensiamo... vale anche per chi non c'era, quest'anno, sic! :'(
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